Gate-away.com, con un sondaggio sul gender gap rivolto alle agenzie immobiliari italiane (circa 10 mila), ha cercato di restituire una fotografia dello stato lavorativo delle donne nel real estate. Un settore decisamente molto particolare, in cui spesso c’è solo un titolare, al massimo con qualche collaboratore. Solo a volte ci si trova di fronte a un gruppo più strutturato.

Alla domanda “ti sei sentita discriminata (o hai assistito a discriminazioni) nel tuo lavoro nell’immobiliare?”, il 23,3% ha risposto “sì, qualche volta”.

Discriminazioni di genere già durante le fasi di colloquio

Queste sono alcune delle situazioni vissute che sono emerse:

  • Mi hanno chiesto se intendevo sposarmi e mettere su famiglia
  • Ti assumiamo solo con lettera di dimissioni firmata
  • Diversi anni fa una grande azienda italiana: arrivai in fondo alle selezioni e rimanemmo in due, io e un maschio, che scelsero perché io ero donna.
  • Prima dell’attuale attività in proprio, mi è capitato che non volessero assumermi in quanto donna.

Gender gap nel settore immobiliare italiano, il sondaggio

“Il mio è un mondo maschile dove le donne sono assolutamente messe alla prova sulle proprie capacità”.

L’agente immobiliare che ha risposto al questionario è per il 90% titolare di agenzia, uomo (52,4%) donna (47,6% ), di età compresa tra i 46-55 anni (42,9%), 56-65 anni (33,3%), più di 66 anni (12,7%); 36-45 anni (7,9%) e 18-35 (3,2%).

Le risposte sono arrivate per il 43,8% da agenti del nord Italia, il 34,4% del centro e il 21,9% del sud.

Tra le risposte aperte in molte hanno scritto di essere scambiate per la segretaria, nonostante titolari e il loro collaboratore è un uomo. Altre hanno precisato che prima dell’attuale attività in proprio, è capitato che non volessero assumerle in quanto donne.

Gender pay Gap, differenza di salario

Un’altra problematica emersa nel sondaggio riguarda le differenze di salario e le opportunità di impiegarsi nel mondo del lavoro. In questo caso parliamo di “richieste” che le agenti immobiliari vorrebbero rivolgere alle Istituzioni: sussidi/benefit/incentivi per le aziende che assumono donne che poi vanno in maternità e maggiori servizi come asili nido (anche nei luoghi di lavoro) e congedi parentali.

“In Italia la cultura dell’accudimento vede ancora come protagonista quasi unicamente la donna – commenta Annalisa Angellotti, cofondatrice di Gate-away.com e Cho aziendale – e ciò può risultare penalizzante a livello lavorativo e soprattutto economico. Ma gli ultimi dati dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’Inps registrano ancora un divario retributivo di genere annuale diben 7.922 euro”.

Verso la parità di genere in Italia

Come colmare e migliorare la parità nel settore? La maggioranza delle risposte a questa domanda del sondaggio si focalizzano sulla necessità di investire su cultura, istruzione e formazione. Il cambiamento può partire dalla consapevolezza che quello dell’agente immobiliare non è più solo un lavoro per uomini andando anche ad incentivare i percorsi di preparazione professionale. 

“Un dato importante e che fa ben sperare nel nostro settore – conclude Angellotti – è che il 73% di chi ha risposto al sondaggio non pensa che un capo uomo sia migliore, a prescindere, da un capo donna. La parità di genere rappresenta un’opportunità da cogliere per le aziende, di ogni genere, che dovrebbero basare la selezione del personale, le promozioni interne e gli stipendi, esclusivamente sulle capacità”.