Un messaggio di inclusione da Schio a Monaco di Baviera. Oltre 600 chilometri in bicicletta per far conoscere la quotidianità delle famiglie che convivono con la diversità e per promuovere una raccogliere fondi.

Come anticipato, Gate-away.com ha seguito il viaggio di Gianluca Santacatterina. L’abbiamo fatto aggiornandoci sulle varie tappe, sul maltempo che ha dovuto affrontare per strada, grazie all’intervista a Simone e Achille, padre e figlio, che lo hanno seguito in camper per tutto il tragitto.

Abbiamo chiesto a Simone com’è stato il viaggio

“Emozionante, soprattutto per Achille. I bambini della sua scuola sono venuti a salutarci alla partenza, con doni e disegni. Quando c’è affetto e attenzione verso un bambino speciale c’è tutto il ritorno che si deve avere. E questo conta di più. Ci aspettavamo quello che è avvenuto, a partire dal rapporto di Achille con Gianluca, all’interno di uno spazio chiuso come il camper – una bambina gli ha chiesto se fosse suo zio – Quando ci sono affetto e attenzioni verso un bambino speciale c’è tutto un ritorno. Nelle scuole che abbiamo visitato si è instaurato una bellissima atmosfera piena di umanità. E questo conta di più.”

L’importanza del sistema inclusivo della scuola e come incide sulla vita di Achille

“Per molto tempo ci siamo rivolti a una struttura privata, senza avere risultati. Poi abbiamo iscritto Achille alla primaria, distaccamento dell’Isc Il Tessitore di Schio.

La scuola di Achille è un’eccellenza nell’inclusione, nel trattamento della disabilità, è sempre alla ricerca ricerca di nuovi sistemi per sviluppare le potenzialità dei bambini.

Sia la maestra sia l’insegnante di sostegno s’impegnano anche in orari extrascolastici, nel tempo libero, per cercare strategie pur di aiutare il bambino a essere migliore. E funziona!”

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“Come dice sempre Giancluca – continua Simone – il problema della disabilità riguarda gli adulti: i bambini trovano sempre il modo di superarlo. I compagni di classe di Achille sanno che se parlano con lui devono farlo in modo semplice e se non capisce parlano ancora più semplicemente. Gli adulti si girano dall’altra parte, se ne fregano, i bambini hanno bisogno di comunicare e lo fanno, riescono a farlo.

Come le maestre anche Gianluca ha investito il suo tempo privato per sensibilizzare le persone e in una raccolta di fondi destinata a quelle realtà, spesso associazioni, che procurano benefici e benessere non solo ai bambini ma anche alle famiglie. Perché se i bambini stanno bene, stanno bene tutta la famiglia”.

Il messaggio di Simone sull’inclusione

Il messaggio che Simone e Achille hanno voluto divulgare grazie al viaggio con Gianluca è questo: “Ci sono insegnanti che donano il loro tempo, ci mettono del proprio ma sarebbe giusto anche contribuire con progetti esterni che possano coadiuvare il loro lavoro nei confronti dei bambini speciali.

È ora che famiglie non stiano più ad aspettare -conclude Simone – ma che si adoperino. Tutti dobbiamo fare qualcosa: un privato come Gianluca, un papà come me.. Se questo concetto venisse capito si ridurrebbero di molto le problematiche nelle scuole”.