Si torna in presenza da Gate-away.com. Da 21 giugno le porte dell’ufficio si sono aperte di nuovo. Si lavorerà a scaglioni, a giorni alterni, tra divisori di plexiglass, con le mascherine, nel rispetto di tutti i protocolli sanitari… ma finalmente insieme!
Il periodo a casa è stato lungo, dal 9 ottobre al 21 giugno. Mesi in cui il team Gate-away.com ha imparato a raggiungere obiettivi, previsti e condivisi, in una modalità nuova, che si è intersecata a doppio filo con la vita privata. Forse siamo di fronte a una svolta epocale nel mondo del lavoro, come alcuni sostengono. Di sicuro la pandemia ha modificato alcuni stili di vita ed è arrivato il momento della riflessione.
Da dove partire? Abbiamo cominciato con il chiederlo al nostro team commerciale.
I pro e i contro dello smart working, secondo Elena Righi
“Lo smart working per me è stata una buona opportunità – spiega Elena Righi, account Manager di Gate-away.com – per conciliare il mio lavoro con il ruolo di mamma, sia con le scuole chiuse, sia aperti. Avendo bambini piccoli è stato veramente comodo: ho potuto gestirli direttamente a casa e il loro ritorno a scuola mi ha permesso di concentrarmi di più. Dovendo parlare sempre al telefono, per me è positivo essere da sola, senza interferenze da open space. Se ce ne fosse l`opportunità, mi piacerebbe potermene avvalere anche in futuro”.
Ma poi l’ufficio e i colleghi mancano…
“L`aspetto che mi è mancato di più è sicuramente il confronto quotidiano con i miei colleghi. Le chiacchiere del lunedì mattina sul weekend appena passato; i consigli nutrizionali di Marco; accendere la macchinetta del caffè per tutti, appena arrivavo in ufficio, nonostante non beva caffè; la tranquillità zen di Luca; vedere gli outfit super fashion di Emanuela; chiedere a Silvia delle caramelle gommose o della cioccolata; sentire Antonio che discute con Simone sugli aspetti tecnici del sito. Per me l’ufficio di Gate-away.com è un luogo dove sono “solo” una donna che lavora e non mamma, moglie, impiegata, colf e chef”.