Tina Ciabò è stata la prima del team di Gate-away.com a usufruire dello smart working. In tempi non sospetti, quando il termine pandemia, qui in Italia, lo si trovava ancora relegato nei libri di storia e non sui primi titoli dei giornali.

Tina è l’account commerciale che lavora da casa da settembre 2019, da quando ha terminato il periodo di riposo post maternità. Gate-away.com sempre cercato di andare incontro alle esigenze dei propri dipendenti garantendo loro una maggiore autonomia.

Nell’ultimo mese è tornata in presenza per due giorni a settimana, e le abbiamo chiesto di commentare liberamente il periodo che ha trascorso interamente a casa.

Il team parte per Londra

Smart working, pro…

“Lavorando da casa, di positivo c’è una maggiore concentrazione: mi rendo conto di riuscire a instaurare un rapporto più diretto col cliente o potenziale tale, senza essere distratta da nient’altro. Inoltre la mia situazione mi permette di lavorare ed essere, in qualche maniera visto l’aiuto di mia madre, anche una mamma a tempo pieno.”

… e contro

“A livello emotivo manca l’ufficio, lo spirito di condivisione degli obiettivi, l’immediatezza della comunicazione tra colleghi. Mancano il ridere insieme e chiedersi come e la naturalezza dei rapporti dal vivo. Anche se, devo ammettere che, grazie all’affiatamento del team, riusciamo a interagire comunque anche online nel miglior modo possibile, grazie a chat, videoriunioni e chiamate one to one che ogni tanto riusciamo a farci. Un aspetto negativo di lavorare nella propria abitazione è che, mancando per esempio la pausa caffè con i colleghi, mi sembra di non staccare mail la spina né dal lavoro in sé, né dai doveri quotidiani di casa”.