Gate-away.com con il progetto Bike Away sta promuovendo una raccolta fondi a favore della Fondazione Città della Speranza.

L’unica arma per sconfiggere le malattie pediatriche e portare alla guarigione il numero massimo di bambini è la ricerca. Città della Speranza, oltre a finanziare progetti di ricerca vagliati da un Comitato scientifico interno, dal 2012 ha costruito l’Istituto di Ricerca Pediatrica (IRP).

Approccio multidisciplinare unico, 190 ricercatori, cooperazione con ospedali universitari e istituti di ricerca nazionali e internazionali. I progressi e le scoperte fatte nei decenni rendono l’IRP un punto di riferimento per la diagnosi di leucemie, linfomi e sarcomi riconosciuto dall’Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica (AIEOP).

La fondazione supporta i piccoli malati oncologici e le loro famiglie: fornisce le strutture ricettive migliori per i pazienti; assicura materiali scolastici e ludici per i bambini e fornisce un servizio di psiconcologia nella sezione trapianti e nel day hospital della Clinica di Padova.

La Medicina Rigenerativa all’IRP di Città della Speranza

La medicina rigenerativa, grazie al contributo di più discipline (biologia, la chimica, la medicina, l’informatica e ingegneria), rappresenta un’opportunità per la risoluzione di molte malattie acute e croniche in cui la medicina convenzionale si è dimostrata inadeguata.
In particolare, la medicina rigenerativa si occupa di riparare, rigenerare o sostituire tessuti o organi
danneggiati da malattie, traumi o a causa di difetti presenti alla nascita o di invecchiamento.

Abbiamo fatto alcune domande alla dottoressa Martina Piccoli, responsabile del gruppo di Ingegneria dei Tessuti dell’IRP.

Com’è composto il suo team di ricerca?

“Il gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza è composto da cinque persone,
che hanno fatto dei percorsi di formazione differenti perché, nel nostro ambito, la forza delle idee deriva
dalla contaminazione delle competenze. Ognuno di noi è incaricato di eseguire delle parti specifiche del progetto, ma siamo tutti coinvolti negli aspetti decisionali e nelle analisi dei dati, perché in ogni esperimento sono necessarie le competenze di tutti.
Il team che lavora al progetto però è allargato, perché collaboriamo con i dipartimenti di Ingegneria
Industriale dell’Università di Padova e con altre Università quali quella di Trieste e di Genova”.

Perché avete deciso di concentrarvi su questo particolare tipo di malformazione a Città della Speranza?

“Nonostante l’avanzamento delle tecniche di trattamento di questa malattia, l’uso comune di protesi sintetiche come il GoreTex® per riparare la malformazione fin dai primi giorni dopo la nascita, provoca nel tempo la rottura e il fallimento dell’impianto. Pertanto i piccoli pazienti devono sottoporsi a più
interventi chirurgici per sostituire la “toppa”, aumentando ogni volta il rischio di complicanze e ulteriori
effetti collaterali. Negli ultimi anni l’ingegneria tissutale ha apportato notevoli miglioramenti nel trattamento dei difetti e delle malformazioni congenite in genere. Purtroppo l’applicazione clinica di materiali biologici ottenuti da tessuti diversi dal muscolo scheletrico non ha consentito un netto miglioramento nel trattamento di questa malformazione rispetto all’uso comune di impianti sintetici.

Per questo motivo abbiamo deciso di generare una toppa biologica, composta da muscolo scheletrico e da cellule muscolari, in modo da produrre un impianto specifico per questa grave e invalidante malattia”.

Come si struttura il lavoro nel corso dei tre anni di progetto?

“Fino ad ora abbiamo messo a punto la produzione del materiale di supporto, che fungerà da inchiostro per la stampa 3D e in seguito da impalcatura del diaframma stampato. D’ora in avanti quindi ci focalizzeremo sull’inclusione delle cellule muscolari all’interno di questo bioinchiostro e sulla loro maturazione in senso muscolare grazie all’uso del bioreattore. La parte finale sarà la prova di stress effettuata sui costrutti diaframmatici generati applicando diversi tipi di ginnastica (sempre con il nostro bioreattore) o danneggiando il muscolo con delle tossine per verificare le sue capacità di riparazione”.

In cosa questo progetto può essere considerato innovativo?

“La novità del progetto è che fino ad ora non sono ancora stati utilizzati e messi in commercio dei costrutti muscolari per il trattamento dell’ernia diaframmatica congenita. Diversi tipi di approcci di ingegneria tessutale sono stati descritti, ma ad oggi nessuno è così tessuto specifico come quello che proponiamo.
Inoltre, la produzione dei diaframmi in laboratorio ci permetterà di ampliare le nostre ricerche verso altre
malattie: se sostituiamo le cellule muscolari sane con delle cellule muscolari provenienti da pazienti con la distrofia muscolare, possiamo generare dei costrutti diaframmatici con le caratteristiche tipiche della distrofia, e andare ad analizzarne lo sviluppo, la progressione o il trattamento con farmaci e terapie
diverse”.

La raccolta è organizzata e promossa da Gate-away.com attraverso la piattaforma di crowdfunding – GoFundMe – dove chiunque potrà aderire e donare in completo anonimato e sicurezza.

Anche tu puoi fare la tua parte e sostenere la ricerca oncologica pediatrica in due modalità: fare una donazione sul sito GoFundMe oppure acquistare i servizi di Gate-away.com. Nel mese di Maggio l’azienda ha infatti deciso che destinerà parte del suo fatturato alla raccolta fondi.

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