Cosa deve fare uno straniero per accendere un mutuo in Italia? Innanzitutto si dovrebbe rivolgere a un intermediario del credito. Così da avere una corretta indicazione sul miglior istituto bancario da cui essere guidati: nella predisposizione del fascicolo istruttorio da presentare alla banca, nella redazione di traduzioni giurate o legalizzate da un professionista, nonché assistere durante tutto l’iter, relazionandosi con tutti i professionisti coinvolti.
Spesso la complessità e la diversità delle tipologie di richiedente (provenienza, tipo di valuta in cui si percepisce, l’impiego e la documentazione disponibile) mettono l’analista bancario in una posizione di incertezza per cui il supporto di un intermediario del credito diventa fondamentale per il buon esito dell’operazione.
Per questo motivo abbiamo rivolto delle domande al team di Fidea che con il brand Top Italian Mortgage propone i propri servizi alla clientela con residenza e redditi esteri, interessata ad acquistare o ristrutturare un immobile in Italia.
L’iter da seguire varia a seconda del Paese di residenza? Ci sono delle eccezioni?
“Sì. Nello specifico, varia in base al Paese di residenza, alla professione (lavoratore dipendente, autonomo o pensionato), alla valuta in cui percepisce reddito. Ogni istituto di credito ha un suo iter da seguire per la presentazione della pratica. L’importo massimo da richiedere è il 60% del prezzo di acquisto”.
La valuta conveniente? La propria o quella italiana?
“La maggior parte delle banche italiane lavora con mutui in Euro e non con mutui in valuta. Ci sono comunque degli istituti di credito che valutano operazioni in alcune valute principali (dollaro americano, franco svizzero e sterlina inglese). La convenienza dell’operazione dipende dalle specifiche caratteristiche della pratica e può essere valutata con il consulente di riferimento caso per caso”.
Una volta scelto l’euro per il finanziamento, con il mutuo già in essere, si può convertire nella propria valuta? In che caso?
“Nel rispetto della Direttiva 2017/17/UE MCD (Mortgage Credit Directive), la banca garantisce al consumatore la possibilità di convertire la valuta in cui è denominato il mutuo (ad esempio Euro) nella valuta in cui il cliente percepisce reddito o in quella avente corso legale nel Paese in cui risiede (ad esempio Dollaro americano), ma solo nel caso in cui la valuta in cui si vuole convertire il finanziamento perda più dello 0.20% rispetto a quella in cui è denominato il mutuo”.
Ci sono delle differenze tra lo straniero che percepisce reddito in Italia e chi non lo percepisce?
“Ciò che è rilevante per l’istituto di credito italiano non è la cittadinanza, ma il Paese in cui il cliente risiede e quello in cui percepisce e dichiara il suo reddito.
- Il cliente di cittadinanza non italiana che percepisce reddito in Italia può presentare una richiesta a tutti gli istituti di credito presenti sul territorio nazionale, l’iter che si seguirà sarà lo stesso che si segue per i clienti italiani con reddito in Italia.
- Nel caso di clientela con residenza e redditi all’estero, le banche in grado di assistere e la procedura sono differenti ed è quanto mai utile rivolgersi a un consulente che conosca bene il mercato specifico”.
Lo straniero può accendere un mutuo anche per una casa non abitabile, da ristrutturare?
“Ad oggi accendere un mutuo per una casa da ristrutturare è complesso per un cliente non residente. È possibile tuttavia valutare la richiesta caso per caso”.
È possibile per uno straniero acquistare come “prima casa” in Italia? Se è sì, in quale caso?
“Il cittadino italiano residente all’estero, iscritto all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), che non sia già proprietario di un immobile sul territorio italiano acquistato come “prima casa”, può comprare l’immobile senza dover trasferire la propria residenza in Italia.
Il cittadino non Italiano residente all’estero che voglia acquistare un immobile in Italia usufruendo dei benefici “prima casa” deve trasferire la propria residenza in Italia. In questo caso, dal punto di vista del mutuo, la banca richiederà prova (conferma da parte del datore di lavoro, etc.) che il cliente continuerà a percepire reddito e potrà mantenere la propria posizione lavorativa. Si raccomanda sempre al cliente di verificare con il commercialista di fiducia le implicazioni fiscali del cambio di residenza”.
Quali sono i benefici di un mutuo per l’acquisto della prima casa? Cosa cambia nel caso di seconda casa?
“Dal punto di vista fiscale, l’imposta sul mutuo è pari al 2% dell’importo del mutuo se si acquista in seconda casa, mentre è pari allo 0.25% se si acquista in prima casa. L’imposta si paga una tantum al momento della sottoscrizione del mutuo e viene trattenuta dalla banca come sostituto d’imposta. Dal punto di vista di merito del credito e di valutazione della pratica, per la banca è indifferente che l’acquisto sia in seconda o in prima casa. Si ribadisce che in questo ultimo caso, è necessario essere in grado di dimostrare di poter continuare a percepire reddito nonostante il cambio di residenza”.
Leggi anche Acquistare a distanza. Compratore e agente, un rapporto di fiducia