Dopo un 2021 molto positivo sul fronte del mercato immobiliare dove si è registrato un netto incremento delle compravendite si potrebbe assistere nel medio periodo ad un raffreddamento degli investimenti sul mattone dovuto principalmente all’incertezza della crescita economica europea.

Ciò che preoccupa maggiormente il mercato sono gli effetti nel breve del conflitto bellico in Ucraina che potrebbe portare inevitabilmente ad un ulteriore incremento dell’inflazione, un parametro che già negli ultimi mesi – secondo i dati Eurostat – aveva registrato un balzo a dicembre del 5% su base annua.

Un rialzo trainato soprattutto dalla componente energia che in qualche modo anticipava già proprio le tensioni geopolitiche che in questi giorni si sono tramutate in una nuova guerra.

Se guardiamo all’Italia, l’incremento dell’inflazione ha portato i prezzi a livelli che non si vedevano da fine anni ‘90: quella percepita in questo momento è intorno al 6,4%, rispetto al livello ufficiale, registrato dall’Istat a gennaio, del 4,8% su base annua. A incidere di più sono i forti rincari percepiti nel costo dell’energia elettrica (+35,8%), del gas (+34,6%) e del gasolio per il riscaldamento (+26,4%).

Guerra in Ucraina: quali conseguenze su inflazione e tassi

Come abbiamo visto la guerra in Ucraina sta già portando ad un aumento dei prezzi legati alle maggiori difficoltà di approvvigionamento energetico, causando così un ulteriore aumento dell’inflazione e al contempo un rallentamento della crescita economica europea.

In un contesto di questo tipo è cruciale capire quali saranno le successive mosse delle banche centrali ed in particolare quelle che potrebbero essere effettuate dalla Banca Centrale Europea (BCE) per frenare l’inflazione e cercare così di riportarla al livello del 2%, parametro fissato dalla Banca nel suo programma di politica monetaria.

Anche se non esiste una relazione diretta e automatica tra i tassi dei mutui (Eurirs per quelli a tasso fisso e l’Euribor per quelli a tasso variabile) con il tasso di inflazione, questi due indici restano infatti molto sensibili e si muovono anticipando le decisioni che la BCE prende o fa intravedere di prendere nel breve sul fronte dei tassi di interesse.

Un ipotesi di rialzo dei tassi è stato discusso e ipotizzato nelle ultime riunioni dall’istituto guidato da Christine Lagarde, ma ora, alla luce degli ultimi eventi, le cose potrebbero cambiare: se l’aumento dell’inflazione sarà visto come un fattore temporaneo dovuto in larga parte al caro-energia e al conflitto bellico, probabilmente non vedremo cambiamenti repentini sul fronte dei tassi; anzi è molto probabile che la BCE mantenga più del previsto la propria politica monetaria espansiva per favorire la crescita economica. Se invece questo livello di inflazione dovesse diventare strutturale, allora sarà inevitabile un suo intervento sui tassi per aiutare una ripresa economica che stenta a decollare.

Tassi dei mutui: è ancora tempo di investire

In attesa di capire quali saranno degli sviluppi del conflitto in Ucraina e quali saranno le decisioni sul fronte della politica monetaria della BCE, ad oggi, comprare una casa resta un investimento conveniente grazie ai tassi ai minimi storici: il tasso principale BCE è a zero e l’Euribor è ai minimi livelli, a vantaggio di chi negli ultimi anni ha deciso di sottoscrivere un mutuo a tasso indicizzato. Solo qualche vantaggio in meno per chi invece ha scelto un tasso fisso (indici Eurirs) che nelle ultime settimane ha registrato un progressivo rialzo nelle durate medio-lunghe.

Alla stesso modo il periodo resta molto favorevole anche per chi deve vendere casa: come analizzato nei vari studi di settore e anche dai noi di Gate-away.com nel nostro report annuale, il mercato immobiliare italiano resta molto dinamico con richieste in aumento e prezzi in leggera ascesa. Restiamo lontano dalle quotazioni degli immobili in Europa, ma questo elemento si sta rivelando molto vantaggioso per il nostro mercato perché ha contribuito a far crescere l’interesse degli acquirenti internazionali verso il nostro paese, in un periodo in cui gli italiani hanno riscontrato problemi di liquidità.

Stiamo parlando di una fetta di mercato molto importante (in salita del +107,38% a/a in base al report annuale Gate-away.com) che agenzie immobiliari e privati cittadini che vogliono vendere casa dovrebbero considerare con attenzione: rivolgersi ad una platea internazionale, attraverso un portale immobiliare come Gate-away.com, significa infatti incrementare le possibilità di vendita andando ad intercettare una platea di compratori in 150 paesi nel mondo che scelgono l’Italia oltre che per motivi legati alla bellezza del nostro Paese anche (soprattutto ora) per motivi legati alle condizioni economiche.