Nel lavoro dell’agente immobiliare, ogni parola è un mattone che può costruire fiducia, ma anche un muro. Per questo, parlare di comunicazione responsabile oggi non è solo una questione di stile o reputazione, ma anche di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).
In un settore come quello dell’intermediazione immobiliare, basato sulle relazioni, la scelta del linguaggio che si utilizza per raccontare un immobile o rispondere a un cliente, influisce in maniera sensibile sul modo in cui le persone si sentono rispettate e comprese nelle proprie esigenze.
Il linguaggio è dunque uno strumento molto potente perché incide direttamente sulle persone: è una leva spesso sottovalutata, con cui ogni agente immobiliare può fare la differenza ogni giorno in modo concreto e visibile.
Le parole fanno la differenza
Comunicare in modo etico non significa però essere rigidi o tenere comportamenti impersonali. Al contrario, significa scegliere con cura le parole per trasmettere il proprio messaggio in modo autentico, inclusivo e rispettoso.
Un annuncio immobiliare che descrive una casa come “ideale per famiglie tradizionali” può sembrare innocuo, ma di fatto esclude altre possibilità e altre persone. Allo stesso modo, dire che un appartamento è in una “zona sicura” può alimentare pregiudizi impliciti, soprattutto nei confronti di aree meno centrali o multietniche.
Sono dettagli? Forse. Ma sono proprio i dettagli a fare la differenza in un mercato sempre più sensibile ai valori che stanno dietro alle parole.
Ma comunicare in modo etico, cosa vuol dire davvero?
Significa prima di tutto essere consapevoli del proprio ruolo: quello di intermediari non solo tra venditori e acquirenti, ma anche tra persone, storie, culture e bisogni. Da qui nasce la responsabilità di usare un linguaggio – sia online che offline – che sia rispettoso e trasparente e che permetta di costruire una buona reputazione. In un mercato sempre più orientato al valore umano, saper comunicare in modo responsabile diventa così un vantaggio competitivo, perché le persone ricordano non solo cosa si è detto, ma come lo si è detto.
L’annuncio immobiliare: non solo una scheda, ma un messaggio
Nella pratica quotidiana, l’annuncio è spesso il primo punto di contatto. Ed è proprio lì che la comunicazione responsabile può fare la differenza. Un testo curato, che racconta l’immobile senza esagerare, che non nasconde i limiti ma li contestualizza e soprattutto che usa un linguaggio comprensibile anche a chi non è del mestiere, trasmette serietà e invita alla fiducia di chi legge.
Diventa importante evitare ad esempio formule escludenti: invece di “perfetto per una giovane coppia”, si può dire “soluzione comoda per due persone” o “spazi adatti a diverse esigenze”.
È bene sostituire gli stereotipi con le informazioni reali: evitare espressioni come “solo per intenditori” o “immobile esclusivo” quando poi non viene spiegato cosa lo renda tale.
Inoltre, è fondamentale inserire nell’annuncio ciò che conta davvero per l’acquirente: dalla disposizione degli spazi alla vicinanza ai servizi. Elementi concreti e rilevanti per tutti.
Non dimenticare infine che anche le immagini contano: scegliere anche foto che rappresentano il contesto abitativo, contribuisce a dare un messaggio più inclusivo e autentico.
L’etica nelle relazioni interpersonali
Comunicare responsabilmente non riguarda naturalmente solo i testi scritti, ma anche il tono con cui si risponde a una telefonata, l’approccio durante una visita, la pazienza con cui si spiegano certe dinamiche burocratiche. E’ bene ricordare (sempre) che l’ascolto è parte integrante di una comunicazione etica.
Un cliente che si sente ascoltato, che percepisce rispetto, anche se fa domande considerate ingenue, si sentirà più libero di esprimersi. E naturalmente sarà più incline a fidarsi. Questo vale sia per i clienti locali, sia – e forse ancor più – per quelli internazionali, che si confrontano con barriere linguistiche e culturali.
In questo contesto, piattaforme come Gate-away.com, sono un esempio di quanto sia importante porre attenzione al linguaggio che viene utilizzato. Rivolgendosi a una clientela internazionale, è necessario infatti attuare uno sforzo in più in termini di chiarezza, empatia, inclusività. Tradurre un annuncio non significa solo passare da una lingua all’altra, ma rendere il messaggio davvero comprensibile, accessibile e soprattutto rispettoso delle diversità culturali.
Chi lavora con clienti esteri sa quanto conti la sensibilità nella comunicazione: anche un termine fuori posto può creare distanza. Per questo, curare il linguaggio è una forma di rispetto, ma anche di lungimiranza.
Un piccolo cambiamento, un grande impatto
Per adottare uno stile più responsabile non serve rivoluzionare e riscrivere ogni cosa da zero. Spesso basta rivedere un annuncio, sostituire una parola, ascoltare con più attenzione la clientela, evitare certe frasi fatte. La comunicazione responsabile si costruisce con gesti piccoli ma continui, perché tra una visita andata a buon fine e una mancata vendita può fare la differenza anche il modo in cui si è detto qualcosa, non solo da cosa si è detto.
Le parole sono uno strumento potente ed usarle con cura è sicuramente un primo passo verso un mercato più inclusivo, più etico e – alla fine – anche più efficace.
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