Gli incentivi non sono un tema per soli addetti ai lavori. Per chi compra dall’estero possono diventare il dettaglio che fa scattare l’interesse, riduce le incertezze e accelera la decisione. Per questo, se lavori nel real estate e vuoi attirare acquirenti internazionali, ti conviene conoscere non solo quali incentivi esistono, ma soprattutto come vengono percepiti e quanto incidono sulle scelte.
In questo contesto, il team di Gate-away.com ha analizzato le preferenze degli utenti del sito, facendo emergere indicazioni molto utili su incentivi presenti, modificati e potenziali futuri: dalla flat tax per i nuovi residenti, alle agevolazioni per chi si sposta nei borghi, fino agli incentivi legati a ristrutturazioni green ed efficientamento energetico.
Flat tax: il vero tema oggi è l’informazione, prima ancora della convenienza
Il primo dato che sorprende il team di Gate-away.com è che l’81,95% degli utenti non era a conoscenza del recente passaggio della flat tax da 100.000€ a 200.000€ annui, mentre solo il 18,05% ne era informato.
Quando si chiede se la nuova soglia sia comunque conveniente rispetto al regime fiscale del Paese d’origine e se possa influenzare la scelta di trasferirsi o investire in Italia, emerge che il 20,70% la ritiene un’opportunità, mentre il 19,37% la considera troppo onerosa. C’è da precisare che la flat tax non è una leva “universale”, ma selettiva. Funziona bene su un certo profilo di cliente, mentre su altri non cambia nulla o può perfino essere percepita come meno conveniente.
Per un agente immobiliare, quindi, il punto non è citarla sempre e comunque, ma usarla in modo mirato: come argomento ad alto impatto per i clienti giusti, con una spiegazione semplice.
Per borghi e aree meno popolari la leva è ampia e molto “emotiva”
Molto interessante anche la reazione all’idea di possibili agevolazioni fiscali per chi si trasferisce in borghi o zone meno popolari. Qui la sensibilità è elevata: il 41,23% dice che potrebbe influenzare la decisione e il 36,09% che sarebbe molto rilevante. Solo il 15,07% afferma che non cambierebbe la propria scelta.
Per chi vende case in borghi, colline, entroterra o mercati secondari, questi dati sono fondamentali. Non perché basti dire incentivi per vendere, ma perché ti permette di costruire una narrativa credibile: qualità della vita, autenticità, spazi, ritmi più umani e la possibilità che il sistema promuova davvero quella scelta. È un tipo di incentivo che parla alla testa, ma soprattutto al cuore.
Incentivi green: un acceleratore concreto sulla decisione d’acquisto
Sul tema degli incentivi per ristrutturazioni green ed efficientamento energetico, l’impatto dichiarato è ancora più netto. Il 54,30% afferma che potrebbe influenzare la scelta e il 18,05% che sarebbe determinante. Solo il 27,65% dice che non influenzerebbe la propria decisione.
Questo, lato vendita, significa una cosa molto operativa: se stai proponendo immobili da ristrutturare, o immobili con potenziale di miglioramento energetico, gli incentivi green diventano un argomento perfetto per trasformare un “difetto” (lavori da fare) in un “progetto” (valore da creare). Per molti acquirenti esteri, inoltre, il tema energia è legato a standard di comfort, costi di gestione e rivendibilità: elementi molto comprensibili anche senza scendere in tecnicismi.
Come trasformare gli incentivi in una leva per attirare estero
Dai dati emerge un messaggio semplice: gli incentivi funzionano quando diventano chiarezza, non quando restano una parola in brochure ed è l’agente a guidare il cliente verso una verifica personalizzata.
L’analisi di Gate-away sulle preferenze degli utenti del sito mostra come gli incentivi siano una risorsa reale per il mercato estero, una sorta di leva di fiducia.
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